di Milleny Silva
Il 24 ottobre il nostro istituto ha riscoperto il piacere della lettura attraverso le pagine de Il Grande Gatsby, il romanzo più celebre dello scrittore statunitense Francis Scott Fitzgerard.
L’evento è stato organizzato dalle professoresse Claudia Molteni Ryan e Francesca Villa, responsabili della biblioteca, e dalla libreria Perego di Barzanò, per dare alla scuola l’opportunità di partecipare al concorso #IOLEGGOPERCHÈ per aggiudicarsi, nel caso di vincita, 1500 euro in libri.
Molti villagreppini hanno dato vita alla serata creando un’atmosfera anni ‘20, indossando anche gli abiti dell’epoca. Il pubblico ha riempito la sala e, tra loro, c’erano anche professori e alunni, anch’essi perfettamente in tema. La serata si è svolta attraverso letture preparate dagli studenti, pezzi musicali (Joplin e Gershwin) suonate da Stefano Bertuzzi e dal prof. Stefano Stefanoni, e dall’appassionante discorso dell’ospite d’onore Nicola Manupelli.
Traduttore italiano del romanzo di Fitzgerard, Manupelli svela quanto sia difficile la traduzione di un romanzo, che non si limita solo all’aspetto tecnico, ma deve entrare nell’opera cercando di riportare emozioni, sensazioni e sentimenti che delineano il romanzo originale, oltre che rispettare lo stile di chi lo ha scritto. Da qui il suo commento “Se ciò che hai tradotto ti fa piangere, allora saprai far piangere”.
L’ospite ci ha fatto conoscere quella che fu la vita dell’autore americano. Fitzgerard non era uno scrittore turbato che tende ad escludersi dalla società, bensì un uomo con un enorme talento che amava perdersi tra i vizi e i piaceri umani. Attraverso la sua opera, critica quel mondo ricco e sfarzoso nel quale vive, ma al quale non ha mai sentito di appartenere.
La serata giunge a termine con numerose riflessioni da parte del pubblico sul romanzo, l’autore e le critiche che gli furono rivolte dai suoi contemporanei.
Rivolgiamo i nostri ringraziamenti a chi si è impegnato ad organizzare l’evento, al carissimo pubblico e all'ospite che ha accettato di parteciparne.
(Articolo apparso sull'ultimo numero - dicembre 2018 - del giornalino cartaceo)
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