di Nike De Quattro
Avete mai sentito parlare del caso Menendez? Molto probabilmente no, a m no che non siate appassionati di cronaca nera o di serie tv. Questa storia sembra stata scritta per una sceneggiatura di un film, rimarrete a bocca aperta.
Joseph Lyle Menendez ed Erik Galen Menendez, nascono il 10 gennaio 1968 e il 27 novembre 1970. Dopo un trasloco si trasferirono, insieme ai genitori Josè e Kitty, a Beverly Hills: un rinomato quartiere della contea di Los Angeles, in California. Le persone vicine parlano di Lyle ed Erik come bravi ragazzi, popolari a scuola e di notevole talento per quanto riguarda l’attività sportiva.
Ma il 20 agosto 1989 tutto cambiò.
Quella sera al 991 arrivò una chiamata. Lyle, apparentemente in preda al panico urlava nella cornetta del telefono le seguenti parole: “Vi prego aiutatemi! Qualcuno ha ucciso i miei genitori, i miei genitori sono stati uccisi!”. Le autorità si precipitarono sul posto, scattarono le foto necessarie e analizzarono le prove. Inizialmente pensarono che fosse stata la mafia , ma, grazie all’intuito dei detective, qualche supposizione dei cittadini ed infine una soffiata, in breve tempo iniziarono a indagare sui figli della coppia: Lyle ed Erik. E indovinate un po’? da caso di “Cosa nostra” la questione si spostò su un punto di vista molto più macabro: un familicidio.
Dopo diversi interrogatori, i giovani adulti confessarono i due omicidi. Il primo processo iniziò il 20 Luglio 1993, difesi dalla prestigiosa avvocatessa Leslie Abramson. Questo fu considerato “processo nullo” per poi farne iniziare un altro l’11 ottobre 1995 il quale si concluse con l’accusa di omicidio premeditato per entrambi i fratelli. Furono condannati all’ergastolo senza condizionale e ad oggi sono ancora in prigione.
Ma perché dovremmo parlare di un fatto di cronaca così violento sul blog di Villagreppi? Perché il caso Menéndez è molto più di un semplice delitto: è una storia che ci fa riflettere su temi importanti come la famiglia (come mai la famiglia, il luogo più sicuro che potremmo mai avere, è motivo dei principali omicidi in Italia?), la giustizia (come mai sono stati fatti due processi invece di uno solo?), i media (quale è stato l’impatto dei social media sul caso?) e la psicologia (cosa può spingere la mente umana a compiere atti simili nei confronti di una persona emotivamente legata a noi?). Un altro importante motivo è in relazione alla nostra realtà attuale: tra gennaio 2012 e agosto 2024 ci sono stati 2.110 omicidi in ambito familiare in Italia.
Per questo motivo analizziamo insieme i quattro temi:
LA FAMIGLIA. Si pensa, che ciò che può spingere un figlio a commettere un parricidio o un matricidio, sia l’esasperazione emotiva dell’individuo. Questo ambito sociale è sicuramente il più rigoroso in questione di regole da seguire; se ci pensate bene, quante volte vi siete arrabbiati in passato perché un genitore vi riprendeva su un comportamento/atteggiamento sbagliato? Penso moltissime. Ma nel caso di Lyle ed Erik erano presenti abusi mentali e sessuali da parte dei genitori, loro sostengono ancora oggi che questo è stato un fattore che li ha spinti a commettere quel gesto estremo.
LA GIUSTIZIA. Il giudice prima di arrivare alla sentenza finale ci ha impiegato ben sei anni, ma come mai? Il primo processo procedeva secondo protocollo, i ragazzi avevano fatto una buona impressione alla giuria ma non sono riusciti a convincerla del tutto. La sentenza fu annullata per non aver raggiunto una decisione finale. Nel secondo processo, come nel primo, i ragazzi rischiarono la pena di morte ma la loro avvocatessa riuscì ad evitare tale sorte.
I SOCIAL MEDIA. L’uso dei dispositivi elettronici è ormai all’ordine del giorno, come lo era nel 1989. La strage fu diffusa a livello mondiale, la storia nella famiglia Menendez face il giro del mondo in pochissimo tempo arrivano all’apice dell’attività mediatica. C’erano due possibili schieramenti: gli accusati visti come dei serial killer (come il caso “Dahmer” avvenuto pochi anni prima), oppure come le vittime di due figure abusanti che arrivati al limite dell’esasperazione, hanno deciso di uscire da tale inferno.
LA PSICOLOGIA. Perché l’essere umano uccide? Tutti gli animali uccidono se ci pensate, ma lo fanno per mangiare o per difendersi, inoltre l’uomo è animale sociale, ama vivere in comunità, allora perché commette tale atto? È una delle domande più complesse che la criminologia e la psicologia sociale si siano mai chieste. Si pensa che ciò accada per svariatissimi motivi, solitamente ti tende ad attribuire la colpa ad un disturbo psichico ma non sempre è così. C’è ancora molto da scoprire a livello psicologico e di funzionamento del cervello umano.
Vi consiglio vivamente di vedere la miniserie “Monsters”, uscita nel 2024 su Netflix ,per avere più informazioni sul caso e magari fare qualche riflessione a riguardo.
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