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Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

I tanti motivi per cui è importante il 27 gennaio

di Edoardo Gatti


La storia va studiata, apprezzata in ogni sua forma, per certi versi anche vissuta. È una finestra aperta sul passato, che ci apre un mondo, ci insegna a riflettere e, anche, a ricordare. Attraverso libri, testimonianze e i racconti di chi ha vissuto sulla propria pelle gli errori e gli orrori prodotti dall’uomo, possiamo non dimenticare, per comprendere il significato delle nostre azioni, e per sperare in un mondo che costruisce ponti e non muri, per guardare insieme al futuro. Sperare, attraverso la memoria.

Solo così possiamo cogliere l’essenza della giornata di oggi, 27 gennaio, per riflettere insieme e per unirci nel dolore e nel ricordo delle vittime dell’Olocausto.

Esattamente 78 anni fa il terrificante genocidio nazista e le sue modalità di tortura venivano smascherate dalle truppe sovietiche, che scoprirono il campo di concentramento di Aushwitz liberandone i superstiti e mettendo fine alla spietatezza del regime di Hitler. È una delle pagine più nere e crudeli che l’Europa e l’Umanità siano mai state in grado di scrivere, con lo sterminio di milioni di uomini, donne e bambini innocenti, ma considerati inferiori, indesiderabili, indesiderati. Un bagno di sangue di 17 milioni di persone, tra oppositori, zingari, omosessuali ed ebrei. Una vera e propria macchina di distruzione di vite, di sogni e di speranze, messa a punto con una violenza cieca, sorda e bieca, che per dimensioni e atrocità non ha eguali.

Il 27 gennaio, un’occasione per aprire gli occhi e imparare, con il coraggio di voltarsi indietro e non dall’altra parte. L’occasione per parlare di altre brutture che sono avvenute e avvengono nel mondo. Perché non voltarsi dall’altra parte e far finta che nulla accada è terribile sempre, in ogni causa sociale, in ogni lotta, in tutti i campi della vita. Perché, come dice Liliana Segre, una che è sopravvissuta all’orrore tedesco, ‘’l’indifferenza è più colpevole della violenza stessa’’. Oppure, come ha scritto Primo Levi, "se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre".

27 gennaio. Ricordare per non dimenticare.






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