I segreti di un cedro del Libano: Raffaella Romagnolo incontra gli studenti del Greppi
- Il Foglio di Villa Greppi
- 3 giorni fa
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di Ines Ruggiero
Così per centinaia e centinaia di anni. Il cedro prospera. Un gigantesco essere vivente che si nutre di anidride carbonica e produce tessuti organici e ossigeno: "Il cedro del Libano" è il titolo del libro, letto da diverse classi del biennio, di Raffaella Romagnolo, che abbiamo ospitato lunedì 31 marzo nella nostra aula magna.
L'autrice, scrittrice affermata e finalista al Premio Strega 2024, ha spiegato come questo libro faccia parte di un progetto di Aboca Edizioni, che vuole intrecciare la scrittura di romanzi e saggi con l’interesse per la natura, la salute e la sostenibilità, e che l’incontro è stato finanziato da “Leggermente”, festival letterario lecchese che quest'anno ha scelto di affrontare il tema della connessione tra l’umano e ciò che umano non è.

Durante le sei ore scolastiche la scrittrice si è resa disponibile per incontraci e discutere del proprio libro, una raccolta di quattro storie con personaggi e tempi differenti, ma tutte in qualche modo collegate all'albero del cedro del Libano. La prima storia parla di una giovane di nome Hotti, del suo cambiamento e della sua trasformazione profonda mentre fugge da una famiglia patriarcale e tenta di raggiungere il proprio amato, attraversando una foresta di cedri. Il secondo racconto narra di Giorgio Santi, professore universitario, botanico, che, costretto a restare a Pisa dal Granduca di Toscana, vede sfumare la possibilità di una brillante carriera alla corte di Francia. Il terzo racconto è incentrato su una contessa, vedova, che, dopo aver deciso di lasciare la tenuta agricola del marito, è convinta a restare da un evento importante. L’ultimo, ambientato in un futuro distopico, parla del capitano Nyman, che è alla ricerca di un posto con un'alta percentuale di ossigeno e decide di sacrificarsi per il bene dell’umanità.

Dopo una breve introduzione, alla nostra ospite sono state poste alcune domande, formulate e raccolte precedentemente da noi alunni. L’autrice ci ha raccontato che il suo percorso di scrittrice è iniziato tra i banchi di scuola e ha evidenziato l’importanza di scrivere per esprimere se stessi. Ha chiarito numerosi dubbi e domande sui racconti, in particolare a proposito dei finali: a noi studenti era parso che le storie rimanessero in sospeso, ma abbiamo poi compreso che tutto quello che era importante dire era già stato detto. Per questo non era necessario l’incontro tra Hotti e il suo amato, né la certezza che il comandante sopravvivesse e nemmeno sapere come sarebbe proseguita la storia della duchessa e che cosa avrebbe fatto. L’importante era far comprendere la trasformazione dei personaggi e dei loro percorsi personali.
Alcuni alunni hanno, infine, letto degli estratti dai brani graditi di più, con protagonisti Hotti e il capitano Nyman, e sono emerse riflessioni da parte sia dell’autrice che degli alunni.
Sebbene “Il cedro del Libano” non sia stata una lettura semplice, è stato molto interessante ascoltare le parole di Raffaella Romagnolo, che ci hanno aiutato a comprendere quali segreti nasconde questo albero millenario e che cosa accade nella mente di uno scrittore.
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