di Gioia Belloni
La Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne, ossia il 25 novembre, fu istituita il 17 novembre 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a riconoscere tale fenomeno come una violazione dei diritti umani. La scelta di questa data non è assolutamente casuale, infatti in questo stesso giorno nel 1960 avvenne l’uccisione delle sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana. I corpi delle tre donne furono trovati in fondo ad un precipizio con evidenti segni di tortura. Erano state catturate in un’imboscata dagli agenti dei servizi segreti del dittatore Rafael Leónidas Trujillo, che governò la Repubblica Dominicana per più di trent’anni.
Le donne, brutalmente uccise mentre stavano andando a trovare i loro mariti in carcere, erano coinvolte in prima persona nella resistenza contro il regime. Il loro nome in codice era Las Mariposas. L’omicidio de “Le farfalle” ha scatenato una dura reazione popolare che ha portato nel 1961 all’uccisione di Trujillo e quindi alla fine della dittatura. La data è stata commemorata per la prima volta durante il primo Incontro Internazionale Femminista, che si è svolto a Bogotà, in Colombia, nel 1980. Da lì, il 25 novembre ha iniziato ad assumere un valore sempre più simbolico.
Il riconoscimento di questa violenza come una violazione dei diritti della persona fu un grande cambiamento, non affatto scontato, della visione della donna nella società, infatti in precedenza colui che violava una donna veniva processato per aver leso una generica moralità, non la persona.
La violenza ha molte facce, alcune molto più complesse di altre, dalla violenza fisica a quella sessuale, lo stupro e per finire la violenza psicologica: ricevere uno schiaffo o una spinta, essere attaccata o minacciata verbalmente, venire controllata costantemente e in modo soffocante dal partner, vedersi negato l’accesso alle risorse economiche dal marito o dal compagno, essere costretta ad avere un rapporto sessuale contro la propria volontà, stalking, anche nella sua versione “cyber”, revenge porn, sono solo alcuni esempi di cosa sia la violenza sulle donne.
In Italia in media una donna su tre dai 15 anni subisce violenza e troppe volte questi casi degenerano nel femminicidio, infatti, sempre nel nostro Paese, statisticamente viene uccisa una donna ogni tre giorni. Con statistiche come queste non è difficile comprendere perché per una donna sia necessario evitare determinati luoghi o situazioni per la paura di essere aggredita. Ma la cosa peggiore è che neanche così basta, perché la verità è che il 38% dei femminicidi avvengono per responsabilità di un partner o all’interno delle mura domestiche.
Capite perciò perché è importante ricordare questa giornata e cosa significa.
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