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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

GABRIELLA MONTALI: “La vita è caos, imprevedibilità, fare ordine è mettere un punto fermo al futuro"


1980 - Anno di inizio servizio a Villa Greppi



2021 - Anno di fine carriera


Ha insegnato TEDESCO nell'indirizzo


linguistico



Dopo tanti anni di servizio in questa scuola, quale eredità credi di lasciare? Come sarebbe stata questa scuola senza di te?

Spero, in questi anni di lavoro, di aver portato impegno, dedizione, fantasia e un senso di appartenenza che ha permesso la condivisione e il dialogo, l’autocritica ma anche il miglioramento. Voglio lasciare in eredità questo spirito perché è la cosa più bella che si può chiedere al proprio lavoro. Ho amato la mia professione e sono stata orgogliosa di essere un’insegnante. Insegnare significa “lasciare dentro un segno” per capire il mondo, l’essere umano e tutte le sue contraddizioni, le sue discese e risalite e, nell’incontro-scontro con i ragazzi, capirci sempre di più e in fondo trasformarci, tenendo il passo con i tempi che incessantemente si modificano e ci modificano.


Quali sono i ricordi più belli che porterai sempre nel cuore, pensando agli anni passati a Villa Greppi?

Per alcuni di noi questa scuola è stata “casa”, rifugio, laboratorio di idee, punto di incontro, famiglia allargata. Mi ricordo quando, ancora in villa, nella stanza del camino, il venerdì pomeriggio a turno si portava una torta e noi, una piccola manciata di insegnanti giovani che con la scuola volevamo cambiare il mondo – alcuni si alzavano alle 5:30 del mattino per venire a Villa Greppi –, ci riunivamo stanchi ma felici di aver eroicamente finito un’altra settimana di scuola a tempo pieno. Allora mancava tutto, le fotocopie erano cosa rara e si facevano i ciclostili… Ma si faceva scuola comunque.

Inoltre non posso dimenticare la bellezza anche del dialogo professionale e non solo, che ha accompagnato l’insegnamento della mia disciplina in questa scuola, tutti gli esperimenti fatti per fare amare il tedesco, la sua letteratura e filosofia. Per questo ringrazio in particolare Daniela Mandelli, che lascia con me questa scuola, compagna fedele e generosa di tante avventure… didattiche.


Durante la tua carriera la scuola è cambiata molto; cosa pensi sia cambiato in meglio e cosa in peggio?

In meglio, sicuramente il rapporto fra noi colleghi di lingue perché abbiamo organizzato tanti progetti insieme e ci siamo aiutati sempre vicendevolmente. Dal 2000 in avanti abbiamo veramente fatto l’impossibile per rinnovare l’offerta del nostro istituto con stage anche all’estero, scambi, settimane studio, partecipazione a gare internazionali di lingua... Peccato che la pandemia abbia privato le attuali terze e quarte di queste esperienze così formative e aggreganti. Mi sarebbe veramente piaciuto condividere con loro queste bellissime esperienze culturali.

In peggio, l’incremento della burocrazia, e, in classe, ovviamente il numero degli studenti che è veramente molto cresciuto nel corso degli anni. Tuttavia, ci sono classi numerose, dove si lavora comunque molto bene perché c’è interesse e motivazione.




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