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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

Contro l’Isis, per la libertà... ma prigioniera in Italia

di Elena Cazzaniga


Siete stanchi dei lockdown? Provate a pensare a come si sente chi è costretto a viverlo 365 giorni l’anno. Ebbene questa è la realtà di Eddi Marcucci, o meglio, Maria Edgarda Marcucci, la quale è il primo caso di “sorveglianza speciale” applicata in Italia per chi è andato a combattere in territori di guerra. Non poter uscire dopo le nove, non poter vedere più di cinque persone, non poter partecipare ad iniziative pubbliche, non poter lasciare il proprio comune... oggi ci sembrano termini famigliari. Tuttavia quando queste regole non sono poste per proteggere da una pandemia, ma sono imposte da un giudice, la situazione di chi le vive è profondamente diversa. Tocca quindi all’intera comunità essere di supporto, piuttosto che isolare una donna ingiustamente considerata un pericolo a causa delle sue scelte politiche.

A soli 26 anni Eddi ha scelto coraggiosamente di andare in Siria per combattere contro l’Isis, schierandosi dalla parte della resistenza curda. Come lei molti altri italiani, tra cui Lorenzo Orsetti, deceduto nel marzo 2019, hanno deciso di combattere a fianco di donne e uomini a cui viene negata la libertà. Ma perché combattere per un popolo che non ti appartiene e per cui il tuo stesso Stato non dimostra interesse, in quanto continua a mantenere i rapporti con la Turchia, che sostiene l’Isis? Queste sono le motivazioni di Eddi: “Mi sono unita alle YPG (People’s Protection Units), perché nella Siria del nord c’è la prova del fatto che, non solo un altro sistema oltre al capitalismo è possibile, ma già esiste”.

Lo scorso marzo il Tribunale di Torino ha deciso di accettare la richiesta della Procura, del gennaio 2019, per sottoporre Eddi ad una sorveglianza speciale per due anni, in quanto soggetto pericoloso avendo preso parte alla guerra contro i Daesh. La richiesta sosteneva che il soggetto, che conosce tecniche di combattimento avanzate, doveva essere isolato poiché avrebbe potuto recare danno alla società.

Che si tratti dello stesso concetto dello slogan “colpirne uno per educarne cento”, utilizzato nel totalitarimo di Mao Zedong?

Io sono una donna, sono una donna in un Paese che uccide una donna ogni due giorni e nelle YPJ ho visto uno dei punti più avanzati di una lotta che coinvolge tutte quante. Ho fatto esperienza di un altro tipo di vita, qualitativamente troppo migliore di quella che facciamo ora, di fare finta di niente, di pensare che un’alternativa non c’è.” Così dice Eddi in una diretta esclusiva, raccontandoci che non esiste donna debole di fronte al desiderio di un mondo diverso, privo di violenza di genere. Lei infatti ha scelto di portare una testimonianza di ciò che sta avvenendo nel Nord-Est siriano, avendo partecipato all’operazione di difesa di Afrin nel 2018. I Turchi volevano avere il controllo totale sull’autostrada M4, che collega Aleppo e Latakia. Per questo motivo si trattava di una zona occupata e pattugliata dalla Syrian National Army, che comprende componenti di Isis e che sempre più frequentemente assaltava l’autotrada avendo come obiettvo i civili. I progressi ottenuti dopo la sconfitta dell’Isis, che costò 12mila vite, sono ora messi a repentaglio: I rapporti che abbiamo parlano di violenze, stupri, rapimenti, conversioni forzate, matrimoni obbligati, e decapitazioni in piazza. Insomma, tutto quello che abbiamo visto con l’Isis. Solo che a portare avanti certe azioni è un Paese membro della Nato, che non fa nemmeno mistero delle sue alleanze. Ma non si capisce come faccia l’Italia a essere partner della Turchia da un punto di vista economico, politico e militare.”. Questo ci ricorda quanto la libertà non sia scontata nell’Europa del 2020.

Guardiamoci bene, dunque, dal puntare il dito contro i fatti al Senato oltre oceano, pensando che qui non possano accadere, senza ammettere che ancora, anche nel nostro Paese, dobbiamo fare i conti con una società in cui disuguaglianze sociali e discriminazioni di genere non sono ancora stati estirpati. Per questo, ora più di sempre è necessario sostenere chi crede e si attiva per costruire la possibilità di un futuro. Non lasciamo sola Eddi.


(Libro a fumetti caldamente consigliato se si vuole approfondire la questione: Kobane Caling – Zerocalcare)

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