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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

Com’è cambiato il mondo del lavoro dopo il COVID?

di Elena Cazzaniga

Da marzo 2020 l’intero mondo ha subito grandi cambiamenti e lo stesso è avvenuto con il mercato del lavoro. La pandemia è infatti responsabile della chiusura di molte imprese, grandi e piccole, che dovevano far fronte alla difficoltà di mantenere i lavoratori senza avere nessuna entrata monetaria. Inoltre molti piani di riapertura hanno dovuto essere sospesi per i continui cambi delle decisioni del Governo, causando così una maggiore perdita.

Lavorare da remoto sembra l’unica soluzione possibile per ripartire, rendendo possibile il distanziamento sociale. I lavoratori devono quindi considerare la loro professione in maniera diversa, cambia la cultura del lavoro come l’abbiamo sempre vista. In primo luogo le interazioni sociali sono molto limitate e mantenere rapporti on-line risulta essere molto più difficile. Questo modo di relazionarsi può quindi portare anche all’isolamento dei lavoratori, che rimangono soli nel confrontarsi con una tecnologia alla quale molti non utilizzavano prima del COVID. Emerge quindi il bisogno di un’agilità nel lavoro, alternando smartwork e lavoro in presenza.

La pandemia ha però evidenziato la differenza tra lavori che si possono svolgere da casa e lavori indispensabili, che prima venivano sottovalutati e sottopagati: basti pensare ai lavori in campo medico o di formazione. Ma ci sono anche le aziende che non possono organizzare il lavoro da remoto, è qui è molto più comune la perdita del lavoro, che è cresciuta quasi al 7% (945.000 posti di lavoro in meno), mentre la disoccupazione dei giovani è pari al 29,7%.

Consideriamo, comunque, che questa però non è l’unica crisi che l’Italia ha dovuto affrontare, ed essendo questo nuovo sistema lavorativo ancora molto giovane, la strada per il cambiamento è ancora lunga. Il sistema può infatti essere migliorato, raccogliendo direttamente l’opinione dei lavoratori sulle attuali condizioni lavorative e su quelle future, in modo da prendere decisioni più eque.

Si aprono perciò nuovi scenari, e, per poter uscire da questa crisi, è importante guardare con ottimismo e lungimiranza alle nuove opportunità che si possono creare.

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