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Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

BRIXIA: un viaggio nel tempo tra le rovine della Brescia romana

di Angelica Aliprandi

Volete fare un’esperienza unica, tra arte, architettura e storia? Allora recatevi a Brescia, come hanno fatto le classi 3LA e 3LC il 9 maggio.

Importante è avere una buona guida, che attraverso le sue spiegazioni riesca a far rivivere i luoghi antichi, far percepire la magia della vita di allora. Così è stato per gli studenti, che hanno visitato il complesso monastico di Santa Giulia, una struttura di epoca longobarda e rinascimentale che ingloba la basilica di San Salvatore e ospita al suo interno un interessante museo archeologico.

La peculiarità di questo complesso è l’ottima conservazione delle domus romane e dei raffinati mosaici che le compongono. Visitarli è un po’ come poter rivivere la quotidianità degli antichi, immergendosi in una dimensione remota in cui il tempo sembra essersi fermato.

La basilica è affascinante, ma anche il coro delle monache, completamente affrescato da diversi artisti; una curiosità: la basilica fu utilizzata come scuderia in epoca napoleonica. Anche la chiesa di Santa Maria in Solario, romanica, è un’architettura bella e misteriosa, in cui sono custoditi i prestigiosi tesori di Santa Giulia. La struttura si divide in due aree principali: al piano inferiore vi è una grande ara romana marmorea, sulla quale si reggono quattro volte a crociera, mentre l’aula superiore è ricoperta da una cupola emisferica e ospita la Croce di Desiderio, opera dal valore inestimabile: si tratta di una grande croce processionale rivestita di gemme ed è considerata il più prezioso manufatto di oreficeria longobarda.

I villagreppini in trasferta si sono poi recati al parco archeologico di Brixia, situato lungo il decumano massimo e niente di meno che il più vasto e meglio conservato del nord Italia. È possibile ripercorrere la storia della città attraverso i resti dei monumenti oggi aperti al pubblico. Innanzitutto il Capitolium, il tempio di età imperiale, dedicato alla triade capitolina che si erge maestoso nel cuore della città e che dominava il foro; di fianco si trova quel che rimane del teatro.

La riscoperta di queste meraviglie avvenne nel 1823 e si trattò di un entusiasmante ritrovamento. Una delle tre celle ospita il capolavoro della Vittoria Alata, appena restaurata, una delle poche statue bronzee che si sono salvate dall’antichità perché era stata nascosta in una stanza segreta.

Anche quello che resta del tempio repubblicano, collocato sottoterra e riportato a nuova vita, è una visita che non si può perdere, infatti è ancora affrescato ed è visibile la pavimentazione originale.

In conclusione, gli studenti affermano che è stata un’esperienza estremamente coinvolgente e stimolante, ed è notevole quanto l’arte possa trasmettere anche a distanza di tanti secoli.

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