di Sarah Mazzarelli
Ancora una volta parliamo di social: un punto cardine della società di oggi e che ha cambiato il mondo negli ultimi decenni. Sono tanti coloro che si dedicano a questa attività e in Italia il numero di influencer, i content creator, cyber atleti, podcaster, streamer, youtuber, instagrammer e tiktoker, raggiunge un totale di 350mila persone, in continua crescita.
Nasce quindi la prima associazione di categoria, nominata Assoinfluencer, a sostegno di queste figure. I fondatori Jacopo Ierussi e Valentina Salonia spiegano: “Quella dell’influencer è una figura nuova e che cambia tanto rapidamente quanto il mondo dei media. I creator possono appartenere a diversi ambiti, come imprenditori, artisti e divulgatori, ma sono sempre professionisti, capaci di produrre valore attraverso competenze e strumenti specifici. E in quanto tali, in un mercato ancora non regolato, ciò che fino ad oggi è mancato è esattamente una realtà che ne tutelasse diritti e interessi. In questo modo sarà possibile dettare una legislazione sia sul piano fiscale, sia sui compensi e soprattutto si potrà garantire un quadro giuridico chiaro e trasparente”.
Tra gli scopi c’è quello di dare una rappresentanza comune a queste figure professionali che operano su determinate piattaforme, e avvicinarle alle aziende.
Ierussi aggiunge: "L’influencer è un mestiere che nel nostro paese viene ancora banalizzato: ha una considerazione diversa da quella che c’è all’estero. Il fine è far capire alle aziende italiane che i professionisti che si occupano di creare contenuti sui social, ad esempio, possono anche promuovere un'attività. Spesso ci si basa solo sul numero di follower, ma ci sono anche tanti altri elementi da analizzare per capire il lavoro di un content creator, come l'engagement rate: meglio un professionista che ha meno seguaci su Instagram, ma che ha un engagement rate alto, di uno che ha tantissimo seguito, ma non ha un buon engagement rate".
Bisogna pertanto anche seguire dei criteri per rientrare nella categoria: è importante avere una community di base, dai 5 mila follower, ma l’importanza giace nel rapporto con essa.
Ormai non ci sono più dubbi che queste figure siano dei veri e propri lavoratori (anche se negli ultimi anni i dibattiti a riguardo ci sono stati), e bisogna riconoscerne i meriti: si dedicano all’ideazione e progettazione di gran parte dei contenuti pubblicati sulle piattaforme social, senza limitarsi alla sola redazione di testi, ma facendosi carico dell’intero processo di realizzazione del contenuto digitale, indipendentemente dalla sua tipologia. Le loro capacità stanno nella creatività, nel cogliere i trend e diventare virali.
Già due mesi fa il loro ruolo era stato riconosciuto dalla legislazione italiana con l’approvazione del DDL Concorrenza. Così Ierussi coglie la palla al balzo, considerando questo il periodo migliore per istituire la campagna di avvicinamento dei content creator in Italia.
Chi ne fa parte? I loro primi ambassador sono Angelo Greco, un avvocato che spiega il diritto attraverso i social, e Luis Sal. Lui è nato come YouTuber e oggi gestisce con Fedez il podcast Muschio Selvaggio. Si punta anche ai più noti, come Khaby Lame o Chiara Ferragni.
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