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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

Agenda Villa Greppi? Ecco come nasce


La professoressa Colavini in uno dei travestimenti per l'agenda: i professori del 2000

di Piazzi Gabriele


Ogni villagreppino che si rispetti ha, come prima cosa, nel suo zaino l’agenda scolastica. Ma in quanti conoscono la sua storia e cosa c'è dietro alla sua preparazione? Siamo andati dalla professoressa Emanuela Colavini, creatrice e direttrice della redazione dell'agenda, a chiederle di rispondere a qualche domanda sul suo lavoro.

Da quanto esiste questo progetto? E cosa l'ha spinta a realizzarlo?

Il progetto di un’agenda giornaliera è stato creato 21 anni fa, nel 1998, dal gruppo del CIC come evoluzione della già presente agenda settimanale. Difatti, fino all'anno prima, era presente un diario settimanale chiamato “Annuario” in stile di quelli delle università americane. Così un gruppo di partecipanti al progetto CIC, guidati ma me, hanno deciso di creare un'agenda pensata e personalizzata per Villa Greppi. Al giorno d'oggi ci sono altre nove scuole, oltre la nostra, che aderiscono al progetto.

Da dove prende spunto per i temi delle agende? La aiutano anche i ragazzi a trovare nuove idee?

Il tema è deciso dalla redazione centrale delle scuole, ovvero Villa Greppi, in accordo con Bellavite Editore e lo studio grafico Zampe Diverse; dopodiché viene comunicato alle altre scuole che procedono a dare il loro contributo. I ragazzi hanno un ruolo marginale in questa decisione, poiché è presa dagli organi maggiori e anche perché i ragazzi che possono accedere al progetto sono solo del biennio, salvo poche eccezioni, e di conseguenza sono presenti nel CIC solo per due anni.

Quanto è importante il contributo dei ragazzi in questo progetto?

Il contributo dato dai ragazzi è fondamentale perché sono loro a vivere l'agenda e quindi possono dare consigli per migliorarla in base ai loro gusti. Un'altra parte importante è la condivisione delle idee all'interno della redazione per poter realizzare al 100% ogni parte dell’agenda. Difatti negli incontri della redazione non si scrivono le parti dell'agenda ma si pensa di più agli aspetti grafici e alla ricerca dei temi da inserire. Poi sono i ragazzi che a casa svolgono le varie ricerche. Chiaramente ci sono gruppi negli anni più produttivi e altri meno, però l'agenda va consegnata finita la 100% e quindi dove manca qualcosa ci devo pensare io o lo studio grafico.

Quanto richiede la preparazione dell'agenda?

La preparazione richiede tanto tempo! L'agenda è formata da 96 pagine, che tolte le 26 di foto di classe, sono da creare. E per realizzare ogni pagina ci vuole tempo: bisogna trovare le informazioni, riassumerle ed impaginarle trovando anche l'accordo con lo studio grafico sui vari disegni. Le pagine dedicate alle foto dei professori richiedono un bando per trovare il fotografo e poi il tempo per riuscire a realizzare le foto con i travestimenti. Inoltre dipende anche dagli esterni all'agenda, ad esempio se un professore deve consegnare delle pagine su un progetto potrebbe riuscirci in 3 giorni come ce ne potrebbe mettere 10, e quindi far slittare i tempi. Il tema di quest'anno, che è Interagendo, è stato consegnato all'inizio di marzo nelle scuole e si devono consegnare le 96 pagine finite entro la fine di maggio.

Secondo lei, la scuola valorizza in maniera giusta questo progetto?

La scuola lo valorizza sicuramente questo progetto, mettendo l'agenda nel costo di iscrizione alla scuola; un altro segnale viene dai docenti, che ora sono entusiasti di parteciparvi e non bisogna più pregarli per fare le foto in costume. Sotto altri aspetti però questo progetto viene sottovalutato, non dalla scuola in sè, ma dagli studenti, perché molti lo danno per scontato, come una cosa che “tanto qualcuno la fa”, di conseguenza non tutti gli anni si riesce a formare con facilità una redazione che aiuti a crearla.

Tra le varie agende che ha creato, ce n'è una che preferisce? Quale?

A questa domanda la prof non si sbilancia dicendo che tutte le agende sono belle. Forse lei ha preferito più certi temi rispetto ad altri, come “Sogno o son desto?” che parlava del sogno di proiettarsi nel futuro, oppure “Chi dice come?”, sulle varie modalità di linguaggio.


Nelle immagini alcune foto tratte da vecchie agende con i professori che si sono sempre prestati come "attori". L'art direction è della professoressa Emanuela Colavini.

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