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Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

Studenti al tempo di Covid: UN MOSTRO CHE CI HA CAMBIATO LA VITA

di Gloria Brambilla



Questo è un periodo molto difficile per tutti noi, sin da marzo siamo stati costretti a seguire delle regole molto precise che hanno cambiato radicalmente la nostra vita. Siamo passati, infatti, dal vivere una vita tranquilla basata su relazioni con le altre persone, divertimento, gioie e dolori, a una vita di monotonia, essendo obbligati a stare chiusi in casa per ben tre mesi. Questo cambiamento ha portato fuori pista moltissime persone, se non, addirittura, l’intera società.

Tutti abbiamo sofferto, perché, nonostante avessimo i mezzi per comunicare, non abbiamo potuto avere dei contatti personali con le altre persone e soprattutto ci è stato tolto il contatto fisico, il poter abbracciare una persona, darsi la mano... L’affetto era come vietato, qualcosa che doveva essere dimenticato, perché non avremmo avuto più l’opportunità di compiere queste azioni per moltissimo tempo, infatti ancora oggi bisogna evitare il contatto fisico.

Per noi ragazzi la didattica a distanza è stata ed è tuttora molto difficile, perché l’apprendimento e l’approccio con la scuola è completamente diverso da quello che avremmo andando a scuola regolarmente. Anche l’opportunità di vedersi è diminuita notevolmente soprattutto nelle ultime settimane, visto che i contagi stanno crescendo ancora, sempre di più, e le persone non possono uscire e incontrarsi, e comunque molti hanno il timore di essere contagiati.

Tutto questo sta cambiando la nostra società, perché ho l’impressione che l’unico sentimento costantemente presente sia l’aver paura di poter perdere la vita da un momento all’altro o di perdere qualcuno a noi caro a causa di questo mostro che ormai ha contaminato tutto il mondo e che sembra non svanire mai. Infatti questo essere spaventoso, un piccolo virus, ha portato via moltissime vite innocenti.

In questi ultimi giorni stiamo incominciando a notare che il mondo si sta fermando come è successo a marzo, dove tutto sembrava immobile e inanimato, la vita umana sembrava scomparsa dal pianeta, nessuno si muoveva più, tutti stavano in casa per paura di prendere questa malattia mortale, e tutti soffrivano perché si sentivano soli e privati della vita, che ormai era diventata monotona e triste. Ora stiamo ritornando nell’incubo che tutti avevano sperato di non rivivere mai più, ma la speranza di una ripresa vive nei cuori di tutti e come si suol dire: La Speranza è l’ultima a morire.

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