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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

Nuovi libri in biblioteca per tutti i gusti: ecco quali (parte terza)


"Esiste una scienza del sentimento? Evans dice di sì. Riportando direttamente a Darwin e all'evoluzionismo i fondamenti di una ricerca che ci mette di fronte alle grandi protagoniste del mondo interno. Quelle intorno cui si articola il nostro star bene e il nostro star male. Che decidono del nostro destino molto più di quanto non faccia il nostro tentativo, continuamente incompleto, di pensare e di conoscere la realtà". (Luigi Cancrini). Le emozioni sono tornate di moda. Ma se si pensa di saperne già tutto, ci si sbaglia di grosso. Dylan Evans ne disegna un quadro magistrale: asciutto, convincente e aggiornatissimo.








Perché i paesi più poveri diventano sempre più poveri e cosa si può fare per aiutarli.

Il terzo mondo si è ristretto. Per quarant'anni, la sfida dello sviluppo ha messo un mondo ricco, abitato da un miliardo di persone, di fronte a un mondo povero, con cinque miliardi di persone. Dobbiamo imparare a invertire le cifre a cui siamo abituati: ci sono in tutto cinque miliardi di persone che vivono già adesso in condizioni agiate, o che perlomeno hanno imboccato la strada giusta, e un miliardo di persone che invece rimangono inchiodate in fondo alla fila. Questo libro parla di quella minoranza di paesi in via di sviluppo agli ultimi gradini del sistema economico globale. Molti di loro non restano semplicemente indietro, stanno anche crollando.


Due magistrati guardano alla crisi della giustizia senza critiche pregiudiziali ma anche senza assoluzioni preventive per la loro "corporazione".

"La giustizia resta un malato grave, le cui condizioni, in mancanza di cure appropriate, si aggravano con il passar del tempo. Eppure è sempre più evidente che senza giustizia deperisce la qualità della convivenza civile. Per questo non vogliamo concederci il lusso della rassegnazione e del silenzio e continuiamo a ragionare, cercando di mettere le nostre esperienze professionali e l'analisi da esse suggerite a disposizione di chi vuole un rinnovamento profondo della giustizia (che - ne siamo convinti - è un malato curabile, a condizione che lo si voglia davvero curare ...)." (Gian Carlo Caselli).




Due uomini di spettacolo, uniti da amicizia e soprattutto dal grande amore per quel palcoscenico che frequentano da anni, seppure da angolature opposte e complementari, si confrontano sul tema del processo creativo dell'attore e del regista. Toni Servillo è una poliedrica figura di artista che pratica forme diverse anche se imparentate di rappresentazione, dal teatro, al cinema, all'opera lirica. Gianfranco Capitta, giornalista e commentatore teatrale, entra nel suo mondo e si spinge a curiosare nell'officina dell'artista, per identificarne gli strumenti e le tecniche, apprezzarne la genialità, comprenderne l'esercizio quotidiano, svelarne grandezze e fatiche. Il libro offre la possibilità rara di visitare quel laboratorio privato che ogni artista possiede e tiene gelosamente per sé. Con la guida preziosa di un interprete e di un regista dalla grande potenza espressiva, il lettore percorre lungo queste pagine l'intera parabola creativa dell'arte dello spettacolo, dal processo artigianale e faticoso della creazione del personaggio fino alla sua espressione conclusiva.


Occorre rispondere anche con la forza militare alla sfida mortale che il terrorismo fondamentalista ha lanciato all'Occidente e al tempo stesso non sacrificare la libertà e il rispetto dei diritti umani. Questo il messaggio esposto senza falsi pudori da un maestro della sinistra liberale in un vibrante e lucido libro-intervista.
















Quando Lila raggiunge la cittadina di Gilead e, per la prima volta nella sua vita, varca la soglia di una chiesa, non spera altro che un riparo dalla pioggia battente e uno scampolo d'invisibilità per il suo vestito fradicio e la sua faccia stanca. La sorprendono invece la bellezza inattesa delle candele accese e la voce ancora possente del vecchio predicatore gentile che dal pulpito la guarda, e la vede. Lila è una donna ancora giovane, ma ferita dalla solitudine di una vita brutale e vagabonda; il reverendo John Ames ha il doppio dei suoi anni e altrettanti lutti, una fede di granito e la responsabilità di molte anime. Niente al mondo li accomuna, a parte la fedeltà ai ricordi e la fame di risposte. Niente, prima di quel pomeriggio di pioggia a Gilead.






"Sono il leader dei leader arabi, il re dei re dell'Africa e l'imam dei musulmani": Muammar al-Gheddafi, da quarantuno anni alla guida della Libia, è vivo, lucido, nel pieno delle sue energie, deciso a mantenere il potere con ogni mezzo. È anche fresco di recenti successi. È stato cancellato dalla blacklist americana dei "paesi canaglia" e reintegrato a pieno titolo nella comunità internazionale. Resta l'ultimo suo grande sogno di costruire un'Africa unita, che stenta però a decollare. Angelo Del Boca, il più noto storico del colonialismo italiano, accoglie la sfida di una biografia in fieri e racconta le molte facce del leader libico: lo statista, l'agitatore, il politico e insieme il funambolico beduino, l'arguto narratore del deserto.




Noto principalmente come artista visivo, Mike Kelley è stato in realtà una figura poliedrica e incontenibile. Oltre a utilizzare i mezzi espressivi più diversi, dal disegno al video, dalla performance all'installazione, egli ha spesso superato i tradizionali confini dell'opera inglobando la scrittura nel processo creativo, per poi giungere alla stesura di statements e testi di varia natura, e soprattutto rompendo il muro che tradizionalmente separa il ruolo del critico da quello dell'artista. Ed è alternandosi su questo doppio binario, azione e parola, e mettendo in evidenza la reciproca capacità di fecondarsi, che il saggio affronta una serie di campi e di tematiche esplorati da Kelley nel corso degli anni: dall'attrazione per la collaborazione rappresentata da liaisons artistiche con Paul McCarthy, e musicali quale membro della art band Destroy All Monsters -, all'interesse per l'estetica ufologica, all'ossessione per gli animali di pezza, all'importanza che per lui rivestono l'autorità e la memoria, fino a quello che può essere considerato uno degli snodi fondamentali della sua opera e del suo pensiero: l'uncanny, cioè il perturbante di freudiana memoria, a cui dedicherà anche un'importante mostra. Musicista della scena alternativa, artista, curatore, scrittore, intervistatore, critico: queste alcune delle personificazioni di uno degli artisti più originali del nostro tempo.


"la rosa della notte" è un'antologia poetica del poeta spagnolo a cura di Gabriele Morelli. Francisco Brines è un esponente della Seconda generazione del dopoguerra: intende la poesia come atto di conoscenza.

Nel libro le poesie in lingua originale sono tradotte a fronte in italiano.


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