di Edoardo Gatti
La società in cui viviamo è estremamente complessa, in tutti i campi. Anche la musica è un mondo di una ricchezza incredibile. Attualmente è rilevabile che gli adolescenti hanno orecchie solo per ''canzoni'' che parlano di donnaioli, droga, soldi e bella vita, instaurando nei loro lessici termini ambigui captati dai testi dei cosiddetti ''trapper'' che conquistano i cuori dei giovani, ma che incitano solo all'odio, dando un cattivo esempio ai propri ascoltatori.
Per rendere il mondo un posto migliore dal lato musicale, probabilmente dovremmo provare a far ascoltare le bellissime canzoni degli anni '80-90, quelle che trasmettevano adrenalina ed emozionavano grazie a testi profondi, cantati da acuti inarrivabili, inenarrabili, rari e preziosi, capaci di rivoluzionare la musica in generale. Un gruppo perfetto, che racchiude tutte le caratteristiche qui elencate, erano di certo i Queen, capitanati dall'indimenticabile Freddie Mercury. Il 24 novembre, 29 anni fa, è stato il giorno della sua tragica morte, e tra un disco di vinile e l'altro, lasciò il palcoscenico. Confesso che, mentre scrivo, un tremolio mi percorre la schiena ripensando al mito che è stato e che sempre sarà.
Nel 1970 Freddie Mercury aveva 25 anni e si chiamava Farrokh Bulsara. Decise di diventare grande e di sfruttare le molteplici capacità che possedeva sin da piccolo: dotato di un'abilità canora fuori dal comune a causa di 4 denti in più che (fortunatamente) possedeva, fonda i Queen insieme al chitarrista Brian May e al batterista Roger Taylor, che prima dell'arrivo di Freddie erano una mini band che si esibiva in dei ''Night Club'' locali. Nell'anno di fondazione, spicca una coincidenza spesso trascurata dagli addetti ai lavori, e quindi decido di riportarla a voi lettori in questo articolo: come purtroppo sappiamo, il 1970 si caratterizza anche per la morte di un altro grande artista musicale, ovvero Jimi Hendrix, considerato colui che gettò le basi per un futuro all'insegna del rock, rivoluzionandolo completamente grazie al suo inimitabile uso della chitarra, un mix tra folklore, blues e hard rock che regna sovrano nelle menti dei fan. Jimi venne considerato un rivoluzionario anche a causa dei look stravaganti e delle gesta che erano onnipresenti nei suoi concerti: un esempio passato alla storia è sicuramente quello in cui Hendrix, al termine di un concerto, bruciò la sua chitarra, tra gli schiamazzi del pubblico. Freddie dichiarò che Jimi era il suo idolo, e proprio nell'anno della sua morte nacquero i Queen. Una coincidenza curiosa ma significativa, poiché tra i due compianti spiccano alcune situazioni analoghe che hanno reso straordinario il mito di Freddie Mercury.
Freddie Mercury è stato eccezionale sia sul palcoscenico, sia nello studio musicale di registrazione. Ha affondato le sue radici musicali in tutti i generi: dal pop al rock, passando per l'hard rock, il blues, heavy metal, funk e musica elettronica, unendo il tutto a dei testi ricchi di adrenalina e allo stesso tempo significativi, che parlano d'amore e anche di situazioni che almeno una volta nella vita si devono affrontare. Ma, oltre agli scritti di Freddie, di lui si amava la sua innata qualità di intrattenere i fan. Come il suo idolo Jimi Hendrix, divenne un personaggio stravagante che al solo sguardo riusciva a impennare i decibel degli stadi in cui si esibiva, inducendolo agli storici balletti pre-esibizione a 36 denti che fanno ancora sorridere i nostalgici che ammirano tutt'oggi le sue performance. Freddie rendeva un concerto una vera e propria opera d'arte, in cui dirigeva la folla, la spingeva a cantare con lui, a battere le mani e a ballare spensierati. Era quello che voleva ed è riuscito nel suo intento alla perfezione, divenendo una vera rockstar.
Freddie Mercury, però, al di fuori dell’ambito musicale, nasconde numerose incognite che contribuiscono comunque a renderlo un mito. La sua vita privata è stata costellata dalla sfarzosa incertezza che ogni rockstar del tempo ha affrontato, costellata di eccessi, come festini con droga ed alcool, che lo hanno portato a numerosi scontri coi giornalisti e con i Queen stessi, fino alla rottura con i suoi compagni di band, con cui si riunì solo dopo alcuni anni, verso la fine della sua carriera. Ormai la situazione era irrecuperabile, Freddie aveva perso il controllo divenendo antagonista di se stesso, iniziando ad essere odiato dai fan stessi.
Purtroppo però, a differenza di quello che dice una delle sue ultime canzoni ''the show must go on'', lo spettacolo targato Freddie Mercury si è spento con lui il 24 novembre 1991, a causa della grave forma di HIV che aveva contratto. Personaggio iconico, frontmen spavaldo, pazzo, romantico, stravagante e profondo. Amato e odiato, capace di essere tutto e poi, purtroppo, niente. Un predestinato divenuto rockstar, e infine, leggenda.
A voi Freddie in una delle ballate più romantiche condivise con il pubblico:
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