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Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

#Fridaysforfuture: OBIETTIVO MANCATO?


di Gioia Belloni


Il 15 marzo le piazze delle principali città d’Europa si sono affollate di giovani, tutti uniti contro un unico problema, il riscaldamento globale, con l’obiettivo di incitare i governi europei a prendere forti misure per migliorare le condizioni del nostro pianeta. Un obiettivo che a quanto pare è stato mancato: infatti i capi di Stato e di governo dell’Ue si sono riuniti pochi giorni dopo le manifestazioni, il 22 marzo, e hanno deciso di rimandare ogni tipo di programma per favorire l’ambiente, dando la precedenza alla Brexit e ai rapporti con la Cina.

L’obiettivo iniziale era quello di presentare una strategia a lungo termine per il 2020, che però poi si è tradotto in un breve paragrafo:

“Il Consiglio europeo:

- ribadisce il proprio impegno a favore dell’accordo di Parigi e riconosce la necessitàà di intensificare gli sforzi globali tesi a far fronte ai cambiamenti climatici alla luce dei dati scientifici più recenti, segnatamente la relazione speciale dell’Ipcc sugli impatti di un riscaldamento globale di 1,5 ºC al di sopra dei livelli preindustriali; sottolinea l’importanza della presentazione da parte dell’Ue, entro il 2020, di una strategia ambiziosa a lungo termine che miri alla neutralitàà climatica in linea con l’accordo di Parigi, tenendo conto nel contempo delle specificitàà degli Stati membri e della competitivitàà dell’industria europea; chiede la tempestiva messa a punto delle strategie nazionali a lungo termine;

- riconosce che l’attuazione dell’obiettivo dell’accordo di Parigi offre opportunità e un potenziale significativi di crescita economica, nuovi posti di lavoro e sviluppo tecnologico, nonché di rafforzamento della competitività europea, che vanno sfruttati garantendo nel contempo una transizione giusta e socialmente equilibrata per tutti; invita il Consiglio a intensificare i lavori relativi a una strategia climatica a lungo termine in vista di un’ulteriore discussione in sede di Consiglio europeo del giugno 2019.”

In altre parole un rinvio che sorvola il proposito di mantenere l’aumento di temperatura entro gli 1,5°C, di raggiungere la carbon neutrality entro il 2050 o di ridurre drasticamente i gas serra entro il 2030.

Da una parte si prende atto che l’attuale parlamento europeo rinvia determinate decisioni a dopo le elezioni che si svolgeranno dal 23 al 26 maggio, dall’altra è però importante sottolineare che Germania, Repubblica Ceca e Polonia si sono rifiutati di fissare un limite temporale per la carbon neutrality, opponendosi a Danimarca, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia, mentre l’Italia non ha preso posizione e si è astenuta.

Questa è una vera delusione, capire di non essere stati affatto ascoltati. I giovani scenderanno nuovamente in piazza il giorno 24 Maggio, sperando di ricevere una risposta più soddisfacente dal prossimo governo europeo.



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