di Milleny Silva
L'8 marzo si festeggia la giornata internazionale della donna e, come da tradizione, tutti dovrebbero precipitarsi dal primo fioraio aperto per prendere un bel mazzo di mimose da regalare alle donne più importanti della nostre vite: la mamma, la fidanzata, la moglie, la nonna, la sorella, l'amica.
Ma cosa significa davvero festeggiare questo giorno e perché proprio l’8 marzo?
Tutto nacque ai primi del Novecento negli Stati Uniti con i movimenti femminili politici, tra cui il partito socialista che si impegnò nella lotta contro lo sfruttamento delle operaie, contro le discriminazioni sessuali e per il diritto di voto. Il movimento si diffuse velocemente anche in Europa e l’8 Marzo del 1917, a San Pietroburgo, le donne scesero in piazza per chiedere la fine della Prima Guerra Mondiale. Questa data diventò un simbolo e nel 1921 durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, che si svolse a Mosca, fu stabilito che l'8 marzo fosse la Giornata internazionale dell'operaia. Successivamente l’UDI (Unione Donne Italiane) riconobbe l’8 marzo come data per celebrare la giornata della donna e introdusse la mimosa come simbolo: perché è un fiore di stagione e poco costoso.
E’ quindi una data molto importante che serve a ricordare le battaglie di tante donne che hanno avuto la forza di lottare per i propri diritti, per ricordare tutte le conquiste politiche che oggi permettono miliardi di donne di avere un posto in società.
Tuttavia viviamo ancora in una società maschilista, dove molte donne subiscono abusi, violenze domestiche, sessismo, femminicidi, oppressione di genere, disparità di salario e subordinazione sociale.
Il Femminismo, che non è il contrario del maschilismo, sostiene la parità politica, sociale ed economica tra i sessi, che il sesso biologico non dovrebbe essere un fattore predeterminante che modella l'identità sociale o i diritti sociopolitici o economici della persona.
E’ un movimento eterogeneo e non deve essere sostenuto dalle sole donne ma anche dagli uomini: uomini non si sentirebbero sminuiti se una donna guadagnasse quanto loro, uomini che non sfogano le loro frustrazioni con istinti violenti, uomini che non credono di essere più competenti solo per il fatto di appartenere al sesso maschile, uomini che non approfittano della loro posizione per sfruttare una donna, uomini che vogliono rispetto per le loro madri e il successo delle proprie mogli, uomini che vogliono protezione per le proprie figlie e che vogliono l’uguaglianza tra i generi.
Per cambiare la società non bastano le leggi, ma bisogna sradicare l’odio e l’ignoranza.
L'8 Marzo deve essere una giornata di riflessione, dove donne e uomini si uniscono per raggiungere un unico obiettivo: la parità, il senso di collaborazione paritario che esalta le diverse attitudini e competenze dando un giovamento anche alla società in cui si vive.
Commentaires