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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

DOPO IL LICEO: UNIVERSITÀ O LAVORO? Intervista a un’ex-villagreppina


"Robi acconciature" a Casatenovo, il negozio di Federica Mauri, ex-villagreppina.

di Anna Fumagalli


Ogni liceale è ormai rassegnato all’idea che, dopo essersi finalmente liberato dal peso delle superiori, lo attenderanno altri anni di studio e lezioni alla tanto temuta università. Al giorno d’oggi infatti, dove è già abbastanza difficile entrare nel mondo del lavoro senza avere qualcosa in mano che sia più del diploma della maturità, continuando gli studi si spera di ottenere delle qualificazioni di livello più alto per assicurarsi il lavoro dei propri sogni.

Ma non sempre è necessario accumulare anni e anni di studi per conquistare un lavoro che piaccia: ne è un esempio l’ex-villagreppina Federica Mauri, che dopo avere terminato gli studi al liceo ha aperto il suo negozio di parrucchiera. Ho avuto l’occasione di farle alcune domande sulla sua scelta.

Cosa ti ha spinta a fare la scelta di iniziare a lavorare subito dopo il liceo, senza continuare gli studi?

La scelta non ha riguardato tanto “l’iniziare a lavorare subito o andare avanti a studiare”, ma la volontà di fare un lavoro che davvero mi piacesse, considerando il fatto che, tendenzialmente, il lavoro occupa la maggior parte del tempo di una persona.

Il lavoro di mio papà mi ha sempre affascinata; sono cresciuta nel suo piccolo negozio di parrucchiere osservandolo lavorare e, probabilmente, la sua passione e il suo modo di esercitare la sua professione sono stati contagiosi.

Iniziando il liceo avevi già intenzione di terminare lì gli studi o è un’occasione che si è presentata in seguito?

Iniziando il liceo non avevo idea di come sarebbe finita, gli anni tra i 15 e i 20 sono incredibilmente mutevoli. All’inizio del liceo pensavo che “da grande” avrei fatto l’interprete, finite le superiori ero una persona completamente diversa, meno sognatrice, più concreta, e forse a causa di questo attaccamento alla concretezza, avevo molta più ansia. Avevo l’ansia di fare davvero qualcosa nella vita, qualcosa che mi piacesse, e volevo guadagnarmi l’indipendenza e costruire qualcosa: questo mi rendeva irrequieta e piena di domande... Non è stata un’occasione che mi ha fatto “cambiare strada”, è stata un’indagine approfondita su me stessa e su quello che avrei voluto dalla vita...e poi penso di aver avuto anche una buona dose di fortuna.

Hai incontrato difficoltà nel prendere questa decisione?

Alla fine della quinta superiore l’idea aveva cominciato a prendere forma nella mia testa, ma mancava il coraggio, avevo paura di non avere la manualità necessaria per fare la parrucchiera e le persone attorno a me che mi dicevano di “non buttar via la mia cultura” non hanno aiutato, come se la cultura fosse una cosa che si può buttare, e non custodire; come se improvvisamente, decidendo di fare la parrucchiera, diventassi ignorante e stupida. Così, finite le superiori mi sono iscritta alla facoltà di Lingue e letterature straniere moderne, a Bergamo. Passando sei mesi di tristezza, piena di incertezze sul futuro, provavo ad immaginarmi dieci anni dopo senza mai essere soddisfatta. Così, un giorno, decisi di parlarne con mio padre e gli chiesi di provare a insegnarmi qualcosa, senza che lasciassi l’università, per vedere se fossi portata, se potessi farcela. L’anno seguente m’iscrissi all’Accademia per parrucchieri a Monza, il corso serale. I primi anni sono stati stancanti: di sera scuola, di giorno lavoro. Presi il diploma e poi la specializzazione per poter aprire un negozio da titolare.

Ad oggi, rifarei lo stesso percorso di studi: Villa Greppi mi ha dato un’apertura mentale, una predisposizione all’apprendimento e una proprietà di linguaggio che i miei compagni di corso all’accademia non avevano, e penso questo sia stato anche ciò che mi ha permesso di diventare formatrice, fare corsi d’aggiornamento per altri parrucchieri o seguire la parte tecnico-stilistica per alcune aziende di prodotti professionali, oltre, ovviamente agli insegnamenti di mio papà e ai corsi di aggiornamento fatti al di fuori dell’accademia. Fortunatamente la mia è una professione in continua evoluzione e non si smette mai d’imparare anche insegnando c’è uno scambio continuo di sapere.

Hai dei consigli per gli studenti che, come te, si potrebbero trovare a fare questa scelta?

Dare consigli è una cosa per me molto complicata e delicata, ogni caso è diverso, ogni persona è un mondo differente, quindi, forse l’unica cosa che potrei suggerire è: cercate di capirvi meglio, cercate di arrivare a qualcosa che vi renda fieri e soddisfatti di voi stessi e, in caso vi accorgiate di non esserlo, non è mai troppo tardi per cambiare, se lo si vuole davvero

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